Monte Sellaro - Cerchiara di Calabria

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Monte Sellaro

Cerchiara di Calabria

Il territorio della Calabria, per formazione geologica, è uno dei più vecchi della penisola italiana è cominciò a formarsi fin dall’era primaria, quando anche le Alpi erano ancora sommerse dalle acque marine.
Il primo gruppo montuoso è quello del Pollino, che divide la Calabria della Lucania ed è sovrastato dalla vetta più alta di Serra del Dolcedorme a m. 2271 s.l.m.
Il massiccio imponente del Pollino pende sulla costa alto-jonica con il nostro monte Sellaro, che degrada sulla piana di Sibari attraverso “Serra del Gufo”, registra la storia della Calabria settentrionale e pretende i primi e gli ultimi baci del sole.
Questa brulla roccia d’argento, che dal Pollino si è staccata,nel suo sobbalzo durante i “ rubesti tremoti”, è rimasta alta m. 1439 s.l.m.,ma spaccata alla sua cima come una sella assestata sullo schienale di qust’ultimo Cretacea appenninico.
Essa, pertanto, ha meritato il nome di monte Sellaro dagli abitatori del posto, che per muoversi tra la piana e le valli, hanno sempre sellato muli e cavalli.
Il monte Sellaro ha sempre avuto un particolare fascino e , fin dalla preistoria ha richiamato l’attenzione dei navigatori dello jonio,invitandoli a sbarcare sulle nostre coste per  cominciare una lunga e grande storia, le cui gesta salienti si leggono in quella di Sibari ed in quella del monachesimo greco-calabro.
Esso , infatti, attraverso il suo cielo sempre squarciato dal sereno del mare, che  come un lago si incurva nell’ultima insenatura del Golfo di Taranto,mostra, a chi si trova chiuso nei limiti delle sue piccole cose, l’infinito, a cui ogni vita si sente unita, e il mistero di un nuovo mondo grande e tutto disteso tra cime diseguali ed immote, che da millenni vivono insieme per creare ricchezza di acque,di flora e di fauna..

Raggiungere questa montagna per i piccoli è come toccare il cielo. ma per tutti è ritrovarsi a vivere in una dimensione, in cui il reale è l’immensità ed il sentimento è un grande bisogno di pace.
Tutto prende all’intorno un senso surrealista, specialmente a sera, quando il mondo si scolora e la terra entra in gara col cielo per ornarsi di luce.Allora anche i guizzi dei fari delle auto prendono l’aspetto delle stelle cadenti di agosto, perché correndo si perdono svelti in un vuoto avvolto di buio e creano nell’animo l’immagine di un mondo senza tempo e senza spazio, nel quale le proporzioni delle cose svaniscono e la vita diventa una fiaba.
Trenta Km. e dal mare ti trovi sulla roccia delle Armi attraverso una strada, che è marginata da erbe e fiori e, man mano, sostituisce all’odore resinoso dei pini marini quello dei pini coricati del Pollino in un solitario silenzio musicato dal cinguettio degli uccelli e dal fresco mormorare delle fontanelle chiacchierine.


 
 
 
 
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